Fatti

La linea sottile tra servizio e rischio ‘connivenza’

Non so se essere avvilita, sconcertata, allucinata. I media sono giunti ad un punto in cui si fanno la guerra sbandierando il sacrosanto diritto – in un mondo che non è di certo quello in cui stiamo vivendo – di dare democraticamente la voce a tutte le parti in causa.

Ah scusate, sto parlando di vaccinazione anti-covid. Ancora, direte.

In molti, troppi, alla testa dei talk show più seguiti in TV, credono di fare chissà quale servizio alla collettività. O forse credono semplicemente di spuntarla di un virgola percentuale sul proprio antagonista, in onda sull’altro canale. Per onestà intellettuale vorrei quasi sperare nella seconda ipotesi.

Continuare ad alimentare il pozzo di idiozie no vax, ni vax, di ‘tromboni’ mediatici, è un delitto. Io non so se avete la più pallida idea dello stato d’animo dei vaccinandi di oggi. Lo zoccolo duro.

Scendete sul campo e capirete quello di cui sto parlando.

Udireste discorsi in loop, che non sono frutto di un pensiero e di un ragionamento, ma bensì di un martellamento diabolico che purtroppo attecchisce come la gramigna.

Rendetevene conto e assumetevi le vostre responsabilità.

Rischiate di diventare ‘conniventi’, di coloro che ritenete di dover e poter addottrinare

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