E’ proprio vero che per vedere quanto marcio c’è in una organizzazione, bisogna esserne parte.
Anzi, non è del tutto vero. Forse bisogna avere anche una certa apertura mentale, per percepire quello che in superficie nemmeno immagineresti. Serve ancor di più, occorre essere soggetti pensanti, caratteristica che non bisogna dare per scontata al giorno d’oggi.
E’ da parecchio che manco da queste pagine, mi trovo a vivere un periodo non proprio roseo o forse è l’ormai incalzante menopausa che rende tutto più complicato e ‘bollente’, in questa estate già torrida di suo.
Non voglio fare nomi e cognomi anche se tanto mi piacerebbe. Settimane fa ho partecipato ad una assemblea di una organizzazione X (bocca mia stai zitta) ad un certo punto della quale – per volere o per sopravvvivenza – sono riuscita ad estraniarmi e ad osservarla come soggetto esterno.
Definiamola pure un ‘One Man Show’ davanti ad una platea di asserviti, nel nome della gloria non certo loro. L’antimotivazionale fatto carne.
Non comprendo come le persone si sentano realizzate nel farsi trattare come pezze da piedi e sapientamente pilotate per fini precisi.
Gente che si sbatte, che investe il proprio tempo, quando dall’alto il vero scopo è solo quello di mettere un contrassegno su di un obiettivo di mero ego personale.
I didn’t tell you and I’ll never can, questo dovrebbe essere il titolo di questo blog in questa occasione
Parole che non vorresti dover scrivere.
David Maria Sassoli, non ti ho mai conosciuto di persona, ma in realtà chi può dire di non averti mai conosciuto?
Hai accompagnato le nostre vite dal piccolo schermo da che ho memoria del germe della mia passione del giornalismo, che ho solo sfiorato (e in senso lato), e poi dallo scranno del Parlamento Europeo dove sei riuscito ad imprimere svolte fino ad allora impensabili. Come non ripensare alle critiche e sberleffi quando, in conferenza stampa al termine dei tuoi interventi in Consiglio Europeo, ti azzardavi a parlar di Eurobonds e cancellazione del debito degli Stati Membri. A costoro hai fatto un bello scherzo eh…e a noi, l’Italia per bene, l’Europa per bene, hai ne hai fatto uno bruttissimo andandotene così presto, ‘davvero troppo presto’.
Non ti ho mai conosciuto, ma forse avrei potuto. La mia vergogna e timore di disturbarti mi hanno frenato dall’avvicinarti alla Festa dell’Unità di Modena del 2020, il giorno in cui smentisti l’indiscrezione fresca fresca della tua papabile candidatura a sindaco di Roma, incalzato dalle domande di Giannini – direttore di ‘La Stampa’ – relatore della serata. Un piacere ascoltarti ed imparare.
Sì imparare.
Perchè ascoltandoti c’era solo da imparare. Tempo addietro scovai su youtube una tua presentazione del tuo libro Il Potere Fragile, una lezione di storia italiana per chi come me aveva solo ricordi di bambina del caso Moro.
C’era solo da imparare…..già.
Che perdita, che vuoto incolmabile…..quel Dio che chiama sempre a se le persone perbene e speciali troppo presto. Perchè? Continuo a chiedermi il perchè.
Ti scrissi una lettera, come non mi piace scriverle. Avrei voluta scrivertela di pugno, con carta e penna su un foglio di carta. Ma ti ‘vedevo’ troppo lontano e quindi ho lasciato le parole nei messaggi di Facebook sulla pagina del tuo profilo istituzionale. Quella spunta di lettura vorrei pensare tu la abbia letta, magari tirando la bocca per sorridere, di quel sorriso sincero.
Buonasera Presidente son certa che ‘invia messaggio’ a David Sassoli sia una chimera, ma pazienza…già il fatto che io mi avvicini ad un esponente politico, è un evento a dir poco apocalittico. Mi considero apolitica – in realtà mi è stato detto che sono semplicemente apartitica – ma non c’è veramente nulla di più distante dalla sottoscritta, della politica. Forse il fatto che mi occupi da più di un decennio di politica estera (informazione socio politica nordirlandese), potrebbe voler dire che è un argomento che mi appartiene e forse vorrei una ragione per appassionarmi alla vacua politica italiana. Io ho imparato a conoscerla come giornalista (ei fu La Cronaca in Diretta), a stimarla infinitamente come giornalista, ad invidiarla infinitamente per la stessa ragione…io sto scrivendo da 13 anni, alla mia maniera arraffazzonata, solo ‘per la gloria’, su un blog che ho creato dal nulla ed è ancora lì, nonostante abbia conosciuto tempi difficili negli ultimi 3 anni…ma si sa, la pagnotta bisogna portarla a casa…quello che più ci piace va a farsi benedire, nel nome del soldo. La tragedia pandemica mi ha dato l’opportunità di poterla apprezzare come politico, alla testa dell’Europarlamento. Ed è stata una piacevole sorpresa, o forse solo una conferma di quello che già pensavo di Lei. Chiaro, diretto, pochi fronzoli, pochi giri di parole (se non quelli dovuti alla ‘diplomazia’ alla quale deve sottostare), capace ancora di zittire senza mai alzare i toni…forse un po’ la voce sì, ma c’è chi è duro a capire e chi si fa fottere il cervello dal Salvini, intelligente istigatore delle masse ‘ovine’. Devo ammettere di averla invidiata quando ha incontrato Johnson, perchè veramente 4 paroline sulla Brexit, sul Nord Irlanda, e sulla tutela di quanto sancito dal Good Friday Agreement (veda di pronunciarlo bene altrimenti la bacchetto!) avrei voluto dirgliele. Bene, basta stressarla, io la seguirò nella speranza che possa essere baluardo sincero, risoluto e trasparente dei diritti dell’Italia all’interno dell’Europa. Non ho dubbi che sarà il primo a puntare i piedi laddove potrà spendersi per il suo Paese, e sarà anche capace di prendere per le orecchie le miopi istituzioni nazionali, come già dimostrato in TV da Fazio. Buon lavoro, se leggerà…
Non so se essere avvilita, sconcertata, allucinata. I media sono giunti ad un punto in cui si fanno la guerra sbandierando il sacrosanto diritto – in un mondo che non è di certo quello in cui stiamo vivendo – di dare democraticamente la voce a tutte le parti in causa.
Ah scusate, sto parlando di vaccinazione anti-covid. Ancora, direte.
In molti, troppi, alla testa dei talk show più seguiti in TV, credono di fare chissà quale servizio alla collettività. O forse credono semplicemente di spuntarla di un virgola percentuale sul proprio antagonista, in onda sull’altro canale. Per onestà intellettuale vorrei quasi sperare nella seconda ipotesi.
Belle parole, ma qui si va al di là del ragionare. Se non fosse per il diritto alla privacy, sarebbe interessante un reportage agli ingressi degli hub vaccinali dove la paura ad oggi, continuamente alimentata da media e social, la fa da padrona. Non è una passeggiata essere lì
Continuare ad alimentare il pozzo di idiozie no vax, ni vax, di ‘tromboni’ mediatici, è un delitto. Io non so se avete la più pallida idea dello stato d’animo dei vaccinandi di oggi. Lo zoccolo duro.
Scendete sul campo e capirete quello di cui sto parlando.
Udireste discorsi in loop, che non sono frutto di un pensiero e di un ragionamento, ma bensì di un martellamento diabolico che purtroppo attecchisce come la gramigna.
Rendetevene conto e assumetevi le vostre responsabilità.
Rischiate di diventare ‘conniventi’, di coloro che ritenete di dover e poter addottrinare
Questa è una lettera aperta a chi vomita contro il green pass, a chi millanta la propria invincibilità. A chi, di fatto, non fa nulla se non nuocere a se stesso e agli altri.
‘Vaccinarsi è un dovere morale”, non chiedetemi da quale bocca lo abbia sentito pronunciare alla TV. Son talmente ‘piena’ di sentir parlare di Covid, che ormai non mi interessa nemmeno chi sia a parlare davanti alle telecamere.
Credo che il reale dovere morale, sia mettere se stessi al servizio della guerra al Covid. Ognuno secondo la proprie capacità, attitudini, tempo o nel modo più semplice, che è appunto vaccinarsi.
Quando, a maggio, è arrivato il mio turno, ho visto e letto negli occhi degli operatori sanitari impegnati presso il centro vaccinale, la stanchezza fisica, psicologica e morale. L’angoscia di non vedere una luce in fondo al tunnel.
Ricordo di essermi rivolta all’infermiera che stava procedendo all’inoculazione dicendo: “Non fissare il richiamo per il 21 maggio, perchè avrò l’esame per entrare in Protezione Civile. Sento di dover fare anche io la mia parte”.
Dal momento in cui sono diventata operativa, sono di servizio per buona parte del fine settimana presso il centro vaccinale del luogo in cui risiedo.
Credo che questo sia rispondere ad un dovere morale.
E più ascolto blasfemie no vax, deliri dei bastian contrari per nascita e più sento la spinta a continuare a ricevere ed accompagnare le persone che si presentano terrorizzate agli ingressi degli hub.
Mercoledì sera stavo guardando Atlantide, la prima parte dello special di Andrea Purgatori dedicato all’attentato alle Torri Gemelle del 2001.
Chicco Mentana non sbaglia dicendo che quando succedono fatti come questi, la prima cosa che una persona si ricorda è dov’era e quello che stava facendo in quell’esatto istante.
Era l’11 settembre 2001. Io ero in un ufficio, in quello dell’allora mio capo. La TV era accesa e ricordo le sue parole incredule: “E’ un film…”
Nemmeno l’immaginazione umana poteva comprendere cosa stesse accadendo e come il mondo sarebbe cambiando per sempre.
Nonostante avessi quasi 30 anni, il terrorismo internazionale era ancora lontano dai miei pensieri e interessi. Solo tempo dopo avrei iniziato ad occuparmente.
Non posso che aprire con lui. E. è stata una delle persone per me più importanti. Una presenza che riusciva a riempire il tutto pur senza sbiascicare una parola. Un irlandese DOC. La mia ultima lettera con carta e penna la scrissi a lui e a sua moglie. Mi accolsero in casa da quasi perfetta sconosciuta. E. non c’è più, se ne è andato poco più di un anno dopo in cui mi scrisse quelle parole stringate. Ricevetti la missiva il 31 dicembre 2019, prima che il mondo cambiasse.