
Russia. L’arma del bavaglio
Lo ammetto ho molta, molta difficoltà a farmi un’opinione di questa guerra, che sta insanguinando la terra ucraina, logorando le nostre vite e soprattutto i nostri c/c. Aggredito, aggressore, propaganda, armi, atomica, escalation. Vorrei sentire il suono di parole che paiono sconosciute: tregua, cessate il fuoco, trattative diplomatiche, pace. Oltre ad essere una guerra atroce…

Take your time man
Ammettiamolo, Larry Mullen Jr ci ha fatto perdere 10 anni di vita con le sue dichiarazioni al Washington Post. Parlo da fan ovviamente! Quando il boss degli U2 parla, pubblicamente dopo anni di silenzi, fa tremare i polsi. Le sue parole sono sempre poche, ma difficilmente non lasciano il segno. Deo gratias, per il mio…

L’istituzionalità perduta
Che io sia apartitica credo lo si possa dare per assodato. Mi sono occupata della realtà socio politica del Nord dell’Irlanda per 15 anni, ma non trovo nemmeno la più labile ragione che mi convinca ad approfondire la questione della politica italiana. Da che ho memoria, i personaggi che si sono dati il turnover alla…

Quando le parole non servono
Non so chi di voi sappia chi sia quest’uomo, sicuramente in futuro ne parlerò. Credo questa fotografia, come poche altre, possa cogliere tanto o tutto del vissuto di una persona. Mi piacerebbe che qualcuno scrivesse quello che questo scatto gli racconta, al di là di ogni conoscenza. C’è chi riesce a carpire l’anima più profonda…

Find the Difference!
Due miei scatti in bianco e nero, come sempre d’altronde. Il primo, una passione che accompagna la mia vista da decenni, gli U2. La seconda, quando si dice di unire l’utile al dilettevole, Achtung Babies. Di una passione un lavoro, anche se non più a tempo pieno.

Once upon a time a pin-up boy on my bedroom wall
Quale miglior inizio per una lettera indirizzata a John Taylor, bassista e fondatore – con Nick Rhodes – dei Duran Duran. Il fenomeno Pop degli anni ’80. Non è esagerato definirlo un simbolo generazionale. Inutile dirlo, John Taylor è stato l’idolo mio come di migliaia, milioni di altre teenagers. Una tempesta ormonale senza precedenti, che…

Nessuna scusa è dovuta
Part of me (a big part of me) wants to apologize but I’m fighting thatDaily Duranie Quante volte l’ho pensato. Non è semplice decidere di chiudere defintivamente un capitolo lungo anni. Quando non si verificano accadimenti per cui valga la pena scrivere, quando si è stanchi di sentirsi in obbligo di dover dimostrare di dover…

So move your ass, honey
Sara, cara mia, questa lettera è dedicata a te, sì proprio a te che ti stai scrivendo da sola su questa pagina bianca dell’editor classico di WordPress.com, perchè proprio non digerisci la gestione a blocchi. Tu che su questa piattaforma ci sei cresciuta, ti sei fatta le ossa e hai scritto fiumi di parole. E’…

Confidenze a uno sconosciuto
Sembra il titolo di un film, magari uno d’altri tempi. Scrivere ha il potere di constringerti a guardanti dentro, ed è un attimo che a svuotarsia sia la cantina dell’animo. E come nel mio caso, niente è meglio di avere come interlocutore un perfetto sconosciuto che, senza nemmeno saperlo, con poche parole riesce a toccare…

Slowly, un salto nel passato
Non sono solita parlare di applicazioni, credo di non averlo mai fatto se non per lodarmi ed imbrodarmi di quella, molto basica, ideata gioco forza per The Five Demands, Slowly però calza a pennello con quella che è l’idea di fondo di questo blog. Mi ci sono imbattuta un paio di giorni fa, cercando sul…
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