Sara, cara mia, questa lettera è dedicata a te, sì proprio a te che ti stai scrivendo da sola su questa pagina bianca dell’editor classico di WordPress.com, perchè proprio non digerisci la gestione a blocchi.
Tu che su questa piattaforma ci sei cresciuta, ti sei fatta le ossa e hai scritto fiumi di parole.
E’ ora di darti una mossa e tornare a a macinarne. Perchè scrivere è quello che più ti piace ed quello che più ti ha dato soddisfazione da una quindicina d’anni a questa parte.
E’ il momento di concerdere del tempo a stessa. ‘Avercene!’ mi stai dicendo tra te e me, me e me, insomma ….chiaro il concetto, vero?
Non so se lo hai capito, ma di soddisfazione fuori da queste pagine ce ne sono proprio pochine. Quella luce in fondo al tunnel, che si vedeva dopo la fase più grave della pandemia, è nella realtà un treno che sta arrivando dritto in faccia.
Della serie “…te sta dentro che qua fuori è un brutto mondo!”, recitava Stefano Accorsi nel capolavoro RadioFreccia
il covid
la giungla lavorativa logora dell’incertezza del domani e che pullula di serpi e serpenti
le bollette da pagare
la guerra
quello che ci attende e la minaccia da dietro l’angolo
Sembra il titolo di un film, magari uno d’altri tempi.
Scrivere ha il potere di constringerti a guardanti dentro, ed è un attimo che a svuotarsia sia la cantina dell’animo. E come nel mio caso, niente è meglio di avere come interlocutore un perfetto sconosciuto che, senza nemmeno saperlo, con poche parole riesce a toccare i tasti giusti.
Ho iniziato una corrispondenza con una coetanea statunitense, che sta combattendo una guerra immensa che mi auguro la possa vedere vincente.
Se una ti cosa ti piace o ne senti la necessità, falla. Trova anche solo un ritaglio di tempo
Il tempo. L’incertezza del tempo, oggi più che mai.
E così mi ritrovo a scrivere confidenze mai fatte a nessuno o quasi. Forse per la prima volta fatte a qualcuno, che non può avere alcun interesse a giudicarmi, ed è una liberazione. Non c’è psicologo che regga il confronto.
E le parole escono come un fiume in piena esce dal proprio letto e travolge tutto quello che incontra. Un’onda di sentimenti repressi che tornano a far capolino, nonostante i tanti anni trascorsi.
Perchè io single per scelta, in definitiva non la sono e non la sono mai stata. Hanno deciso qualcun altro, e onestamente anche il fato ci ha messo del suo.
E ti rendi conto che non c’è più niente che tu possa fare, ma non voglio nemmeno sentirmi in colpa per il fatto di rappresentare, per qualcuno, una occasione persa. Non si può continuare a rincorrere quello che avrebbe potuto essere, ma non è mai stato. Abbiamo fallito.
I didn’t tell you and I’ll never can, questo dovrebbe essere il titolo di questo blog in questa occasione
Parole che non vorresti dover scrivere.
David Maria Sassoli, non ti ho mai conosciuto di persona, ma in realtà chi può dire di non averti mai conosciuto?
Hai accompagnato le nostre vite dal piccolo schermo da che ho memoria del germe della mia passione del giornalismo, che ho solo sfiorato (e in senso lato), e poi dallo scranno del Parlamento Europeo dove sei riuscito ad imprimere svolte fino ad allora impensabili. Come non ripensare alle critiche e sberleffi quando, in conferenza stampa al termine dei tuoi interventi in Consiglio Europeo, ti azzardavi a parlar di Eurobonds e cancellazione del debito degli Stati Membri. A costoro hai fatto un bello scherzo eh…e a noi, l’Italia per bene, l’Europa per bene, hai ne hai fatto uno bruttissimo andandotene così presto, ‘davvero troppo presto’.
Non ti ho mai conosciuto, ma forse avrei potuto. La mia vergogna e timore di disturbarti mi hanno frenato dall’avvicinarti alla Festa dell’Unità di Modena del 2020, il giorno in cui smentisti l’indiscrezione fresca fresca della tua papabile candidatura a sindaco di Roma, incalzato dalle domande di Giannini – direttore di ‘La Stampa’ – relatore della serata. Un piacere ascoltarti ed imparare.
Sì imparare.
Perchè ascoltandoti c’era solo da imparare. Tempo addietro scovai su youtube una tua presentazione del tuo libro Il Potere Fragile, una lezione di storia italiana per chi come me aveva solo ricordi di bambina del caso Moro.
C’era solo da imparare…..già.
Che perdita, che vuoto incolmabile…..quel Dio che chiama sempre a se le persone perbene e speciali troppo presto. Perchè? Continuo a chiedermi il perchè.
Ti scrissi una lettera, come non mi piace scriverle. Avrei voluta scrivertela di pugno, con carta e penna su un foglio di carta. Ma ti ‘vedevo’ troppo lontano e quindi ho lasciato le parole nei messaggi di Facebook sulla pagina del tuo profilo istituzionale. Quella spunta di lettura vorrei pensare tu la abbia letta, magari tirando la bocca per sorridere, di quel sorriso sincero.
Buonasera Presidente son certa che ‘invia messaggio’ a David Sassoli sia una chimera, ma pazienza…già il fatto che io mi avvicini ad un esponente politico, è un evento a dir poco apocalittico. Mi considero apolitica – in realtà mi è stato detto che sono semplicemente apartitica – ma non c’è veramente nulla di più distante dalla sottoscritta, della politica. Forse il fatto che mi occupi da più di un decennio di politica estera (informazione socio politica nordirlandese), potrebbe voler dire che è un argomento che mi appartiene e forse vorrei una ragione per appassionarmi alla vacua politica italiana. Io ho imparato a conoscerla come giornalista (ei fu La Cronaca in Diretta), a stimarla infinitamente come giornalista, ad invidiarla infinitamente per la stessa ragione…io sto scrivendo da 13 anni, alla mia maniera arraffazzonata, solo ‘per la gloria’, su un blog che ho creato dal nulla ed è ancora lì, nonostante abbia conosciuto tempi difficili negli ultimi 3 anni…ma si sa, la pagnotta bisogna portarla a casa…quello che più ci piace va a farsi benedire, nel nome del soldo. La tragedia pandemica mi ha dato l’opportunità di poterla apprezzare come politico, alla testa dell’Europarlamento. Ed è stata una piacevole sorpresa, o forse solo una conferma di quello che già pensavo di Lei. Chiaro, diretto, pochi fronzoli, pochi giri di parole (se non quelli dovuti alla ‘diplomazia’ alla quale deve sottostare), capace ancora di zittire senza mai alzare i toni…forse un po’ la voce sì, ma c’è chi è duro a capire e chi si fa fottere il cervello dal Salvini, intelligente istigatore delle masse ‘ovine’. Devo ammettere di averla invidiata quando ha incontrato Johnson, perchè veramente 4 paroline sulla Brexit, sul Nord Irlanda, e sulla tutela di quanto sancito dal Good Friday Agreement (veda di pronunciarlo bene altrimenti la bacchetto!) avrei voluto dirgliele. Bene, basta stressarla, io la seguirò nella speranza che possa essere baluardo sincero, risoluto e trasparente dei diritti dell’Italia all’interno dell’Europa. Non ho dubbi che sarà il primo a puntare i piedi laddove potrà spendersi per il suo Paese, e sarà anche capace di prendere per le orecchie le miopi istituzioni nazionali, come già dimostrato in TV da Fazio. Buon lavoro, se leggerà…
Questa è una lettera aperta a chi vomita contro il green pass, a chi millanta la propria invincibilità. A chi, di fatto, non fa nulla se non nuocere a se stesso e agli altri.
‘Vaccinarsi è un dovere morale”, non chiedetemi da quale bocca lo abbia sentito pronunciare alla TV. Son talmente ‘piena’ di sentir parlare di Covid, che ormai non mi interessa nemmeno chi sia a parlare davanti alle telecamere.
Credo che il reale dovere morale, sia mettere se stessi al servizio della guerra al Covid. Ognuno secondo la proprie capacità, attitudini, tempo o nel modo più semplice, che è appunto vaccinarsi.
Quando, a maggio, è arrivato il mio turno, ho visto e letto negli occhi degli operatori sanitari impegnati presso il centro vaccinale, la stanchezza fisica, psicologica e morale. L’angoscia di non vedere una luce in fondo al tunnel.
Ricordo di essermi rivolta all’infermiera che stava procedendo all’inoculazione dicendo: “Non fissare il richiamo per il 21 maggio, perchè avrò l’esame per entrare in Protezione Civile. Sento di dover fare anche io la mia parte”.
Dal momento in cui sono diventata operativa, sono di servizio per buona parte del fine settimana presso il centro vaccinale del luogo in cui risiedo.
Credo che questo sia rispondere ad un dovere morale.
E più ascolto blasfemie no vax, deliri dei bastian contrari per nascita e più sento la spinta a continuare a ricevere ed accompagnare le persone che si presentano terrorizzate agli ingressi degli hub.