Ammettiamolo, Larry Mullen Jr ci ha fatto perdere 10 anni di vita con le sue dichiarazioni al Washington Post. Parlo da fan ovviamente!
Quando il boss degli U2 parla, pubblicamente dopo anni di silenzi, fa tremare i polsi. Le sue parole sono sempre poche, ma difficilmente non lasciano il segno.
Deo gratias, per il mio portafoglio, è praticamente escluso un suo ritorno al live nel 2023. E senza Larry Mullen Jr, non c’è formazione arraffazzonata degli U2 che possa tentarmi di scendere in trincea, per accapparrarmi il ticket di un qualsivoglia concerto. Non esiste proprio.
Credo che per Larry il tempo sospeso del Covid-19, sia stata una manna dal cielo.
Forse lo vedremo tornare senza i bendaggi antidolorifici.
Forse lo vedremo tornare diverso.
Forse gli verrà voglia di rientrare in contatto con il pubblico. Con una certa razza di fans, sicuramente meno. Ma tant’è è un obolo che dovrà pagare fino al suo ultimo respiro. Ma son certa si ricorderà anche di quelli che rispettano il suo essere.
Sicuramente la passione e la dedizione per la musica non verranno mai meno.
Bono creperebbe senza fama. Mi sono totalmente disinteressata di Surrender, 40 anni, una storia. Poco sopporto gli sproloqui di Paul Hewson, li trovo ridondanti, forzatamente buonisti, a tratti noiosi. Preferisco che i silenzi ‘Larry’s style’ perchè raccontano molto più di fiumi in piena di parole.
“Eretica!”, sarà la condanna emessa dall’orda di fans puristi uduici. Pazienza me ne farò una ragione, non sono mai stata, non sono e non sarò mai una pecora che ama stare nel gregge.
(ndr: fans tanto puristi, quanto affaristi dei mercati sommersi di biglietti live, ma mi taccio)


Immagine di copertina tratta da Music Radar